Concetta Cataldo presenta un contributo sulle ville marittime romane all’EAA Annual Meeting 2024.
Concetta Cataldo ha presentato, in occasione dell’EAA Annual Meeting tenutosi a Roma dal 28 al 31 agosto 2024, un contributo dal titolo “Heterotopias of the Coastline: Dynamics of Transformation in the Mediterranean Coastal Landscape through a Research Project on Roman Maritime Villas”.
Questo studio rientra in un progetto di ricerca dottorale sul microcosmo delle ville marittime mediterranee presso l’Università di Catania – Scienze per il Patrimonio e la Produzione Culturale, finanziato da CHANGES – Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society – SPOKE 6, sotto la supervisione del Prof. Daniele Malfitana. Tra gli obiettivi principali del progetto, quello di definire una o più tipologie architettoniche delle ville marittime romane del Mediterraneo.
L’approccio metodologico utilizzato nel contributo presentato al meeting EAA combina l’analisi archeologica e delle fonti letterarie con la teoria foucaultiana dell’eterotopia per interpretare le ville marittime come spazi di alterità che riflettono le tensioni e le contraddizioni all’interno della società romana.
La descrizione delle “hétérotopies” che M. Foucault utilizza nella premessa al suo libro Les mots et les choses : Une archéologie des sciences humaines (Paris 1966) delinea quasi alla lettera ciò che accadeva nell’antichità quando ci si trovava davanti a una villa marittima e alle trasformazioni del paesaggio costiero che la sua stessa presenza implicava. Riprendendo Foucault e unendo l’espressione ‘villa marittima’ a quello di ‘eterotopia’ – manipolando il linguaggio nella creazione di una nuova definizione – le eterotopie marittime sono luoghi fisici connessi a tutti gli altri spazi, ma che dal punto di vista linguistico (e non solo), spezzano e aggrovigliano i nomi comuni e costringono gli autori antichi a inventare nuovi modi per definirle, attingendo a una terminologia spesso denigratoria e apportando motivazioni economiche che ne sconsigliano la costruzione e che non rispecchiano, invece, il dato archeologico esaminato. Questi complessi residenziali non solo riflettono ma anche modificano attivamente le dinamiche sociali, culturali e ambientali del loro contesto. Attraverso un approccio interdisciplinare che integra l’archeologia, la storia dell’architettura, le fonti letterarie ed epigrafiche e gli studi economici, e arricchito dall’uso di strumenti informatici per la gestione e l’analisi dei dati, la relazione presentata indaga di riflesso anche sul ruolo di queste costruzioni nell’articolazione di “spazi altri” che esistono al di fuori delle convenzionali strutture urbane e rurali dell’antica società romana e che vanno a modificare non solo il paesaggio ma il concetto stesso di accesso alla risorsa marina.
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