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Prompting heritage: l’IA come strumento per la partecipazione culturale dei pubblici museali

Torino

1 giorno
12 Gen
25
Prompting heritage: l’IA come strumento per la partecipazione culturale dei pubblici museali

L’intelligenza artificiale si è imposta sia come oggetto di curiosità sia come strumento operativo in diversi ambiti della quotidianità. Tuttavia, il suo utilizzo mirato nella produzione e fruizione culturale è ancora in fase di esplorazione. Proprio su questa frontiera si colloca il progetto “Mondi vicini/lontani, dall’immaginazione umana all’Intelligenza Artificiale”, nato dalla collaborazione tra il Museo del Fantastico e della Fantascienza (MUFANT) e il gruppo di ricerca PNRR Spoke 2: “Creativity and Intangible Cultural Heritage” del team dell’Università degli Studi di Torino. Questo progetto specifico è stato coordinato dal sotto gruppo di ricerca della Prof.ssa Gabriella Taddeo con la collaborazione del tecnologo Nicolò Pilon.

L’innovazione del progetto risiede nell’uso partecipativo e creativo dell’IA non come semplice strumento produttivo, ma come interfaccia per stimolare la riflessione e l’engagement del pubblico in relazione ai temi e ai contenuti del museo. A partire infatti dalle immagini di mondi lontani presentate nella mostra sul disegnatore Yambo, padre visionario della proto-fantascienza italiana, i partecipanti sono stati invitati a usare l’IA per generare nuove immagini sul loro modo di vedere i mondi lontani e il futuro.

Il lavoro ha previsto, da settembre a dicembre 2024, l’implementazione di oltre 10 workshop partecipativi, in cui oltre 70 ragazzi e ragazze, dagli 11 ai 24 anni, si sono cimentati nella rielaborazione partecipativa dei contenuti museali, utilizzando strumenti di IA generativa text-to-image come Stable Diffusion e Midjourney.

Gli obiettivi del laboratorio sono stati molteplici:

– Sperimentare format di engagement museale basati sull’uso dell’IA generativa.
– Analizzare il modo in cui le interfacce di IA generativa text-to-image possano essere utilizzate, adattate e customizzate per una fruizione innovativa dei contenuti museali, da parte di pubblici non specialistici.
– Predisporre template, linee guida metodologiche e studi di fattibilità tecnica per l’integrazione di strumenti di IA text-to-image con le attività di curation dei musei.
– Analizzare, sul piano sociologico, le pratiche di appropriazione culturale degli strumenti di IA da parte dei giovani, il loro ruolo nella definizione di nuovi approcci alla fruizione culturale, alla creatività e alla partecipazione attiva nel patrimonio culturale.

Il lavoro dei workshop è stato documentato attraverso la registrazione dei prompt, degli output visivi e dei commenti di follow-up dei partecipanti. I materiali e le immagini prodotte dai ragazzi e dalle ragazze partecipanti (tra cui anche 17 minori provenienti dai centri diurni socio-riabilitativi “Il senno di Orlando” e “La Valle della Luna” di Torino) saranno integrati all’interno delle esposizioni del Mufant, e verranno per la prima volta presentati ed esposti il 12 gennaio all’interno del Museo.

I materiali sono ora oggetto di analisi scientifica e di pubblicazioni dedicate: uno specifico protocollo di analisi dei processi creativi attivati dall’IA generativa è stato sviluppato durante il lavoro e sarà utilizzato per stabilire la quantità e la qualità  di valorizzazione creativa dei pubblici rispetto ai materiali originari.
Un ultimo, non meno importante, ouptut del progetto riguarderà l’ingegnerizzazione del processo  e la sua trasferibilità attraverso la prototipazione di  un applicativo open source, ad uso dei musei, per l’implementazione e la customizzazione del format sperimentato.

Fig. 1. Un esempio di output del laboratorio “Mondi Lontani. Dall’immaginazione umana all’IA”  realizzato in collaborazione con il Museo Mufant di Torino. Sulla sinistra, immagine originale di Yambo, disegnatore e scrittore della proto-fantascienza italiana, che raffigura l’incontro fra due signore, umana e aliena. A destra l’elaborazione realizzata da una partecipante diciassettene al workshop, che ha voluto salvaguardare gli aspetti  visuali di incontro ed empatia dei soggetti presenti nell’immagine originaria, ma ha sostituito la donna umana con una IA antropomorfa. Il laboratorio è mirato a usare l’IA come strumento generativo di riflessività e appropriazione contemporanea del patrimonio culturale.

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