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Siponto, il patrimonio come incontro di culture. Al via il quarto laboratorio sperimentale
22 Settembre
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Laboratori interculturali
Siponto, il patrimonio come incontro di culture.
Al via il quarto Laboratorio sperimentale
del progetto “Patrimonio culturale e comunità in trasformazione”
Area archeologica di Siponto, Manfredonia
18 Settembre 2025
Al via il quarto Laboratorio sperimentale del progetto “Patrimonio culturale e comunità in trasformazione”, che trasforma l’antica città di Siponto in uno spazio vivo di incontro, racconto e partecipazione condivisa. L’iniziativa coinvolge di immigrati, cittadini spesso invisibili – ospiti della Caritas Diocesana e beneficiari del programma di seconda accoglienza gestito da MedTraining – insieme a cittadini e studenti, dando vita a percorsi interculturali capaci di connettere storie personali e memoria collettiva.
In un’unica stanza si sono incontrate voci provenienti da Ucraina, Perù, Pakistan, Bangladesh, Afghanistan, Benin, Costa d’Avorio, Niger, Gambia e Tunisia. Attraverso il metodo deduttivo della ricerca archeologica, ciascuno ha potuto raccontarsi e scoprire l’altro, componendo un viaggio condiviso nello spazio e nel tempo.
Un momento particolarmente intenso è stata la lezione e la visita agli scavi in corso, guidata dal prof. Giuliano Volpe. Tra curiosità e meraviglia, i partecipanti hanno seguito con occhi attenti il lavoro degli archeologi, domandandosi con quali criteri si individui l’area di scavo e osservando con interesse le sepolture che riaffioravano dal terreno. L’imponenza delle mura antiche ha acceso la loro immaginazione, spingendoli a chiedersi come fosse possibile costruirle senza tecnologie moderne. Con telefoni e fotocamere hanno catturato ogni gesto, trasformando l’osservazione in un’esperienza di partecipazione collettiva.
Nei prossimi incontri sperimenteranno in prima persona lo scavo stratigrafico, intrecciando tecniche archeologiche e autobiografie culturali, fino a un lavoro conclusivo dedicato al tema del viaggio, arricchito da pratiche teatrali e performative.
Il laboratorio è realizzato con la responsabilità scientifica del prof. Giuliano Volpe e coordinato da Elena Carletti, sociologa, e Velia Polito, archeologa, dell’Università di Bari. Per l’edizione 2025 collaborano alle attività anche Renzo Francabandera, che affianca il laboratorio con pratiche di arti performative, una docente di italiano, mediatori culturali – tra cui alcuni beneficiari delle edizioni precedenti del progetto, ora protagonisti attivi nel percorso – e altri membri dell’équipe archeologica.
Il progetto si sviluppa nell’ambito dalla convenzione tra l’Università degli Studi di Bari e la cooperativa sociale MedTraining, si svolge con il sostegno della Caritas Diocesana e rientra nelle attività di archeologia pubblica sviluppate sul sito di Siponto in occasione delle indagini condotte dalle Università di Bari e Foggia (direzione scientifica di Giovanni De Venuto, Roberto Goffredo, Maria Turchiano e Giuliano Volpe), per concessione del Ministero della Cultura – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, in collaborazione con Castello Svevo di Bari-Direzione Regionale Musei Nazionali della Puglia, il Parco Archeologico, il Comune e la Diocesi di Manfredonia-Siponto.
Dal 2023 al 2025 i laboratori hanno coinvolto beneficiari di diversa provenienza, promuovendo pratiche di partecipazione e la creazione di narrazioni alternative del sito. L’ultima edizione ha previsto un percorso formativo di otto mesi con gli studenti del CPIA di Manfredonia e ha dato vita alla serie di podcast ‘Le voci di Siponto’, interamente scritti e registrati dai partecipanti: una guida sonora plurivocale al sito, accessibile, multilingue e interculturale.
Il progetto sperimenta inoltre strumenti digitali a basso impatto e alta accessibilità – laboratori di fotografia digitale, giochi educativi in formato cartaceo e digitale, supporti multilingue, narrazioni multimediali – fino alla progettazione di Wor(l)d diggers, una app-videogioco che reinterpreta il gioco didattico ‘Le parole di Siponto’ a cura della dottoranda di ricerca Samanta Mariotti. La tecnologia, qui, non è un fine ma un mezzo: uno strumento abilitante al servizio di un patrimonio condiviso, capace di favorire apprendimento, auto-rappresentazione e partecipazione attiva.
Inserito nello Spoke 1 del progetto PNRR CHANGES – dedicato ai paesaggi storici, alle tradizioni e alle identità culturali, guidato dall’Università di Bari – il laboratorio di Siponto rappresenta oggi un modello innovativo e replicabile di archeologia pubblica e partecipata. Non solo dà voce a comunità spesso marginalizzate, ma sperimenta nuove forme di mediazione e ridefinisce i ruoli di esperti e beneficiari, trasformando il sito archeologico in uno spazio di relazione, cittadinanza e legittimazione reciproca.
In un’unica stanza si sono incontrate voci provenienti da Ucraina, Perù, Pakistan, Bangladesh, Afghanistan, Benin, Costa d’Avorio, Niger, Gambia e Tunisia. Attraverso il metodo deduttivo della ricerca archeologica, ciascuno ha potuto raccontarsi e scoprire l’altro, componendo un viaggio condiviso nello spazio e nel tempo.
Un momento particolarmente intenso è stata la lezione e la visita agli scavi in corso, guidata dal prof. Giuliano Volpe. Tra curiosità e meraviglia, i partecipanti hanno seguito con occhi attenti il lavoro degli archeologi, domandandosi con quali criteri si individui l’area di scavo e osservando con interesse le sepolture che riaffioravano dal terreno. L’imponenza delle mura antiche ha acceso la loro immaginazione, spingendoli a chiedersi come fosse possibile costruirle senza tecnologie moderne. Con telefoni e fotocamere hanno catturato ogni gesto, trasformando l’osservazione in un’esperienza di partecipazione collettiva.
Nei prossimi incontri sperimenteranno in prima persona lo scavo stratigrafico, intrecciando tecniche archeologiche e autobiografie culturali, fino a un lavoro conclusivo dedicato al tema del viaggio, arricchito da pratiche teatrali e performative.
Il laboratorio è realizzato con la responsabilità scientifica del prof. Giuliano Volpe e coordinato da Elena Carletti, sociologa, e Velia Polito, archeologa, dell’Università di Bari. Per l’edizione 2025 collaborano alle attività anche Renzo Francabandera, che affianca il laboratorio con pratiche di arti performative, una docente di italiano, mediatori culturali – tra cui alcuni beneficiari delle edizioni precedenti del progetto, ora protagonisti attivi nel percorso – e altri membri dell’équipe archeologica.
Il progetto si sviluppa nell’ambito dalla convenzione tra l’Università degli Studi di Bari e la cooperativa sociale MedTraining, si svolge con il sostegno della Caritas Diocesana e rientra nelle attività di archeologia pubblica sviluppate sul sito di Siponto in occasione delle indagini condotte dalle Università di Bari e Foggia (direzione scientifica di Giovanni De Venuto, Roberto Goffredo, Maria Turchiano e Giuliano Volpe), per concessione del Ministero della Cultura – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, in collaborazione con Castello Svevo di Bari-Direzione Regionale Musei Nazionali della Puglia, il Parco Archeologico, il Comune e la Diocesi di Manfredonia-Siponto.
Dal 2023 al 2025 i laboratori hanno coinvolto beneficiari di diversa provenienza, promuovendo pratiche di partecipazione e la creazione di narrazioni alternative del sito. L’ultima edizione ha previsto un percorso formativo di otto mesi con gli studenti del CPIA di Manfredonia e ha dato vita alla serie di podcast ‘Le voci di Siponto’, interamente scritti e registrati dai partecipanti: una guida sonora plurivocale al sito, accessibile, multilingue e interculturale.
Il progetto sperimenta inoltre strumenti digitali a basso impatto e alta accessibilità – laboratori di fotografia digitale, giochi educativi in formato cartaceo e digitale, supporti multilingue, narrazioni multimediali – fino alla progettazione di Wor(l)d diggers, una app-videogioco che reinterpreta il gioco didattico ‘Le parole di Siponto’ a cura della dottoranda di ricerca Samanta Mariotti. La tecnologia, qui, non è un fine ma un mezzo: uno strumento abilitante al servizio di un patrimonio condiviso, capace di favorire apprendimento, auto-rappresentazione e partecipazione attiva.
Inserito nello Spoke 1 del progetto PNRR CHANGES – dedicato ai paesaggi storici, alle tradizioni e alle identità culturali, guidato dall’Università di Bari – il laboratorio di Siponto rappresenta oggi un modello innovativo e replicabile di archeologia pubblica e partecipata. Non solo dà voce a comunità spesso marginalizzate, ma sperimenta nuove forme di mediazione e ridefinisce i ruoli di esperti e beneficiari, trasformando il sito archeologico in uno spazio di relazione, cittadinanza e legittimazione reciproca.