Video Memory Room | Palermo felicissima
PI – Paola Autore
Gruppo di lavoro – Università degli Studi di Tor Vergata, responsabile scientifico: prof.ssa Antonella Poce in collaborazione con CoopCulture: Teresa di Bartolomeo, Massimiliano Lombardo, Enrica Zaccone e team di Palazzo Bonocore
Palazzo Bonocore – Palermo
Un progetto nel cuore di Palermo
Il pilot realizzato a Palermo durante la mostra Palermo Felicissima consiste tra le altre cose nell’allestimento della Memory Room – una cabina insonorizzata pensata per raccogliere brevi video-interviste dei visitatori e favorire l’ascolto delle comunità – presso Palazzo Bonocore. Questo spazio, dedicato alla raccolta di testimonianze personali, ha offerto un ambiente intimo e protetto in cui esprimere ricordi, emozioni e legami affettivi con la città in forma di breve intervista.
Dentro la cabina: un intimo spazio di testimonianza
La Memory Room è uno spazio concepito per garantire un ambiente silenzioso e privo di disturbi, ideale per registrare interviste di alta qualità. Di dimensioni contenute, la cabina è abbastanza spaziosa da permettere a una sola persona di sedersi comodamente. Le pareti interne sono rivestite con materiali fonoassorbenti che riducono l’eco e bloccano i suoni esterni, mentre l’ingresso è garantito da una porta in vetro, che preserva la privacy acustica. Questo isolamento assicura che la voce dell’intervistato sia captata in modo chiaro e pulito. L’ambiente è illuminato da luci soffuse che forniscono una visibilità adeguata senza risultare invadenti, mentre la luce naturale che filtra dalla porta vetrata aggiunge un senso di apertura.
Questa combinazione di illuminazione evita la sensazione di claustrofobia, creando uno spazio confortevole e accogliente per l’intervistato. In generale, la cabina offre un ambiente tranquillo e intimo, consentendo ai visitatori di concentrarsi pienamente sulle domande e di rispondere in modo spontaneo e senza distrazioni. All’interno della cabina si trovano un monitor touch1 (utilizzato per visualizzare le domande dell’intervista), un mini PC2 (gestisce le funzioni di registrazione e interazione) e una videocamera con microfono (posta di fronte alla seduta, per catturare il video dell’intervistato). I visitatori sono invitati a rispondere a tre domande, progettate per stimolare riflessioni personali sui luoghi di Palermo a cui sono legati emotivamente. Le risposte, autentiche e spontanee, vengono automaticamente registrate in video. Il processo è semplice e intuitivo: l’utente legge le domande sul monitor e risponde parlando direttamente. Ogni visitatore completa tre brevi video interviste, ciascuna su una domanda diversa, per fornire una panoramica delle proprie impressioni ed esperienze.
Tre domande per raccontare il rapporto con la città
L’esperienza prevedeva la risposta a tre domande, ciascuna pensata per attivare un diverso livello di riflessione sull’esperienza urbana e affettiva vissuta a Palermo.
Le domande proposte sono state:
Qual è il tuo luogo felice?
A quale oggetto che possiedi affideresti il racconto del tuo ricordo?
Che canzone associ al tuo luogo felice?
Le risposte sono state raccolte, trascritte e analizzate, con l’obiettivo di restituire una mappa emozionale e simbolica della città di Palermo vista attraverso lo sguardo e i ricordi dei suoi abitanti e visitatori. Il primo ambito riguarda i luoghi “felicissimi”, ovvero quegli spazi urbani che i partecipanti hanno identificato come significativi dal punto di vista affettivo, identitario e simbolico. Il secondo ambito prende in esame gli oggetti evocati in relazione ai luoghi felici: elementi materiali o simbolici, spesso carichi di valore affettivo, che accompagnano il ricordo e ne rafforzano l’intensità. Il terzo ambito infine si concentra sui brani musicali che i partecipanti associano ai propri luoghi della felicità. Le canzoni si rivelano un potente strumento di memoria emotiva, in grado di fissare nella mente momenti di gioia e di trasformarsi in una colonna sonora personale legata all’esperienza urbana.
I Luoghi felicissimi di Palermo
Nel primo ambito, relativo ai luoghi più amati della città, sono state raccolte 231 risposte. Il Teatro Massimo è il luogo più citato, con 32 risposte, che rappresentano il 13,9% del totale. Seguono Mondello con 18 risposte (7,8%) e Piazza dei Quattro Canti con 16 risposte (6,1%). Tra gli altri luoghi rilevanti troviamo Foro Italico, Mercato Ballarò, Piazza Pretoria, l’Orto Botanico e la Cattedrale. Risultano significative anche voci come “Casa mia” o “Tutta Palermo”, che indicano una dimensione affettiva intima o estesa a tutta la città. Sono 19 le persone che non hanno risposto, pari all’8,2%, e 6 hanno dichiarato di non avere un luogo felice, pari al 2,6%. Il quadro complessivo evidenzia un forte radicamento nei luoghi pubblici, nei simboli culturali, nella natura urbana e in alcuni spazi privati.
Oggetti evocati nei luoghi felicissimi
Anche in questo ambito sono state raccolte 231 risposte. Tuttavia, 48 partecipanti non hanno risposto, pari al 20,8%. Le 183 risposte effettive rappresentano quindi il 79,2% del totale. Tra gli oggetti evocati più di una volta troviamo il libro (7 risposte, 3,0%), il mare (5 risposte, 2,2%), le barche, il ficus di Piazza Marina, i cavalli e i lampadari del Teatro Massimo. Sono stati citati anche elementi architettonici, naturali, culinari e personali: dalla “fede nuziale” al “profumo di zagara”, dai “gettoni delle giostre” ai “carretti del mercato Ballarò”. Questa gamma di oggetti mostra un intreccio tra memoria materiale e simbolismo emotivo, dove oggetti fisici e concetti astratti si fondono per rappresentare il significato del luogo. Molti oggetti hanno valore affettivo individuale, mentre altri sono simboli condivisi della città e della sua cultura.
Le canzoni della felicità
Infine, sono state raccolte complessivamente le risposte legate ai brani musicali. Tra le 231, 165 contengono titoli chiari e riconoscibili (71%), mentre 66 non hanno risposte definite, pari al 28,6% del totale. I brani spaziano da quelli popolari come “Sere nere” di Tiziano Ferro, “Smells Like Teen Spirit”, “Happy” di Pharrell, a classici della tradizione italiana come “O sole mio” o “Volare”, fino alla musica tradizionale siciliana con “Cu ti lu dissi” di Rosa Balistreri. Sono presenti anche riferimenti alla musica lirica e strumentale, come “Barbiere di Siviglia” o “Divenire” di Ludovico Einaudi. La varietà dei brani citati dimostra una notevole eterogeneità nei gusti musicali, che riflette sia l’identità individuale sia elementi di una memoria collettiva.
Assenze di dati e risposte incomplete
Le mancate risposte sono emerse in misura diversa in tutti e tre gli ambiti esplorati, offrendo un’indicazione importante sulle dinamiche di partecipazione. Per quanto riguarda i luoghi della felicità, 19 persone non hanno indicato alcun luogo significativo, corrispondente all’8,2% del totale, mentre 6 partecipanti hanno affermato esplicitamente di non avere un luogo felice preferito – il 2,6%. Nel caso degli oggetti evocativi associati ai luoghi, il numero di assenze è più elevato: 48 persone, ovvero il 20,8%, non hanno fornito alcuna risposta. L’ambito con la percentuale più alta di risposte mancanti è quello musicale, dove 66 partecipanti su 231, pari al 28,6%, non hanno indicato alcun brano o hanno fornito risposte non identificabili.
Conclusioni
Dall’analisi complessiva emerge una fotografia articolata della relazione tra persone, luoghi, oggetti e musica nella città di Palermo. I dati mostrano un coinvolgimento elevato, in particolare nei luoghi fisici, dove si registrano poche assenze e una ricchezza espressiva notevole. Il Teatro Massimo emerge in modo particolare, diventando non solo un luogo fisico, ma anche un punto di riferimento emozionale e culturale. I dati raccolti, letti anche attraverso le percentuali, restituiscono una mappa ricca e complessa del rapporto che i cittadini intrattengono con Palermo. Gli oggetti evocati, carichi di significato personale e molto eterogenei tra loro, offrono uno spaccato della memoria materiale collettiva. Infine, l’ambito sonoro, suggerisce che la dimensione musicale, pur variegata nella scelta dei titoli, non è sempre il primo canale attraverso cui si elabora il concetto di felicità.
Questa raccolta di risposte offre non solo uno spaccato della memoria affettiva legata alla città di Palermo, ma anche una base utile per immaginare nuove attività culturali in grado di favorire il legame profondo tra le persone e il territorio.


