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Caso studio: Parco Archeologico di Selinunte

Caso studio: Parco Archeologico di Selinunte
Sicilia
CNR-ISAC
Parco archeologico di Selinunte
UNIFI-DICUS

Luogo – Parco archeologico di Selinute, Sicilia
PI – Prof. Ing. Susanna Caccia Gherardini
Gruppo di ricerca – Professori: Emanuela Ferretti, Giovanni Minutoli. Laboratorio di Architettura Restauro Conservazione (LARC): Francesco Pisani. Dottorandi: Adele Rossi. Altro personale coinvolto: Paola Bordoni, Giorgio Ghelfi, Francesca Giusti, Pierpaolo Lagani, Anna Laura Petracci, Alice Rossano.

Il gruppo di Ricerca del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, coordinato dalla Prof.ssa Susanna Caccia Gherardini, ha individuato tre casi studio principali: i parchi archeologici di Selinunte e Siracusa ed il Cretto di Gibellina. L’obbiettivo principale del gruppo di ricerca prevede l’individuazione di nuove soluzioni per il monitoraggio, la verifica e la mitigazione degli effetti connessi al rischi naturale e antropico, sopratutto ai fini del progetto di restauro.

Il Parco Archeologico di Selinunte, situato sulla costa sud-occidentale della Sicilia, è uno dei siti archeologici più estesi e significativi del Mediterraneo. Le caratteristiche morfologiche del sito e la stretta relazione con il mare hanno favorito, fin dall’età antica, l’urbanizzazione di quest’area.
L’interesse storico culturale per il sito si consolida nel XX secolo, con gli interventi di anastilosi sul Tempio C, realizzati da Francesco Valenti, e sul Tempio E, ad opera di Jole Bovio Marconi. L’integrazione e il consolidamento degli elementi degradati venne eseguito attraverso l’utilizzo di calcestruzzo armato e intelaiature metalliche. Le caratteristiche del sito e gli interventi di restauro effettuati ci pongono oggi di fronte a importanti problemi conservativi.

 

Vista dell’acropoli di Selinunte

 

Vista della collina sacra del parco archeologico di Selinunte

 

Le attività di ricerca si sono concentrate sulla disamina dello stato dell’arte, della letteratura e della documentazione d’archivio, supportate da una approfondita analisi conoscitiva dei manufatti, attraverso l’acquisizione del dato geometrico dimensionale, la caratterizzazione materica e fisica dei materiali e delle tecniche costruttive, l’individuazione e la valutazione dei meccanismi di alterazione e degrado. Parallelamente è stata portata avanti una campagna diagnostica e di monitoraggio, attraverso strumentazione specifica (tra cui: termocamera FLIR SERIE T800, drone DJI MAVIC 3 THERMAL, endoscopio EXTECH – HDV700), al fine di definire lo stato conservativo dei manufatti.

 

Indagini diagnostiche termografiche (termocamera FLIR SERIE T800)

 

Indagini diagnostiche termografiche (drone DJI MAVIC 3 THERMAL)

 

L’obiettivo della ricerca è quello di sviluppare, attraverso il confronto con i casi studio, strumenti e pratiche per la documentazione e il monitoraggio del patrimonio culturale esposto ai cambiamenti climatici e ai nuovi rischi naturali e antropici.

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